La bambina guardò la mamma intenta a frugare in borsa, alla ricerca delle chiavi per aprire la cassetta della posta.
A Laura piaceva la cassetta della posta: un pertugio custodito sotto chiave che celava messaggi preziosi, così importanti da dover essere rinchiusi, al riparo da occhi indiscreti.
Quando la mamma apriva lo sportellino ne estraeva buste e fogli fruscianti. Buttava i fogli, lucidi e colorati; teneva le buste, bianche e gialle. Qualcuna aveva un lato trasparente che lasciava indovinare il contenuto. Laura tendeva la mano, la mamma scuoteva la testa e le porgeva i fogli multicolori, infilando le buste nella borsa. Qualche volta le scorreva, una via l’altra prima di impacchettarle e metterle via.
Quel giorno però la mamma indugiava nella ricerca delle chiavi e Laura ben presto si annoiò di attendere. Cominciò a girellare in tondo nell’androne con il triciclo bianco e rosso e pensò che avrebbe potuto imboccare il vialetto per vedere se le riusciva di pedalare veloce anche sulla ghiaia. Fece forza sui pedali facendo schizzare sassolini, mentre il cigolìo delle ruotine le faceva compagnia. Il sole deciso del primo pomeriggio le batteva sugli occhi e così non si accorse di essere giunta al cancello d’ingresso fino a quando non se lo trovò dinnanzi, alto e grigio. Aperto però.
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Laura lo infilò decisa.
A sinistra la strada conosciuta; a destra un invitante viale alberato, che le sembrò promettente. Lo prese senza esitare e un sottile buonumore la faceva sorridere.
In fondo al viale una macchia d’alberi polverosi ombreggiava il parcheggio di periferia.
Laura si avvicinò all’auto parcheggiata nell’angolo più lontano: un imponente pick up grigio ferro, vicino al quale parcheggiò con cura il suo triciclo.
Scese e ne controllò l’assetto: le ruotine erano parallele al pneumatico anteriore del pick up e il piccolo manubrio arrivava appena a metà cerchione. Giudicando che il suo bolide fosse così abbastanza al riparo dal sole, Laura si allontanò di qualche passo alla ricerca di attrattive.
Tra lattine arrugginite, un pallone da calcio sgonfio e lastre catramose di vecchio asfalto sconnesso, spuntavano ciuffi d’erba tenaci e margheritine cocciute.
Laura rifletté: torte di terra o mazzolino di margherite?
Torte di terra.
Stava decorando la sua opera con bei ciottoli lucenti quando la mamma arrivò correndo.
La sollevò da terra come un tornado.
La abbracciò così stretta che – con il fiato mozzo – Laura comprese di aver fatto una torta bellissima.