Esiste ancora. E’ ad Asolo.
Ora so che fa parte del Convento degli Armeni, ma quando avevo 17 anni, per me e per i miei amici era la “Casa di Dracula”.
Grigia, incorniciata da due alti cipressi, completamente addossata alla collina: era chiusa e abbandonata.
Noi scavalcavamo la recinzione di notte, aprivamo un’imposta già scardinata ed entravamo con le torce per farci le canne in santa pace.
Dal piano terra della villa partiva un tunnel che portava dall’altra parte della collina.
Scavato sotto terra, sbucava nelle cantine del Convento dei Padri Armeni Mechitaristi, all’epoca disabitato. Ci spingevamo fin dove era possibile arrivare e poi si tornava di là, tremanti di eccitazione per aver provato il brivido del proibito.